25 Aprile - 1 Maggio 2022
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E se la pandemia, fra le tante lezioni che avrebbe potuto darci, ci avesse indicato anche l’obbligo morale di cedere definitivamente il testimone alle nuove generazioni?
È da questa domanda, o meglio, da questa intuizione, che quest’anno vuole svilupparsi la riflessione e la progettazione della VII edizione del Campus della Pace.
La crisi pandemica non è solo frutto di una casualità naturale: la sua devastante portata trova la complicità in una scellerata de-responsabilità politica, in una miopia economica con un modello consumistico che appiattisce la società e azzera il desiderio e in una visione troppo tecnologica e poco etica del rapporto uomo-natura. La pandemia altro non è che uno spiraglio prospettico da cui cogliere come l’intero sistema si sia colpevolmente ammalato e vadano obbligatoriamente riscritte le regole della convivenza umana e del rapporto uomo/natura.
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I rimedi che le generazioni attualmente alla guida del mondo hanno individuato polarizzano ancora una volta le risorse e gli strumenti scavando un crinale invalicabile fra il Nord e il Sud del mondo, fra l’Occidente e l’Oriente, pur se la coscienza civile ha maturato che da questa crisi o si esce insieme oppure si affonderà senza scialuppe di salvataggio per nessuno.
Le nuove generazioni si sentono parte di un mondo globalizzato; ereditano però un pianeta stanco dove non sono mai diventati globali i diritti legati alla cittadinanza o alla propria condizione umana; essi hanno ormai gli strumenti scientifici ed etici per intervenire là dove le generazioni precedenti hanno fallito.
Economia, scienza, cura dell’ambiente, politica equa e di accoglienza e globalizzazione dei diritti non sono temi separabili e tutti assieme sono il fondamento della Pace.
L’attesa, non si sa di che, sta paralizzando però il sistema.
Gli adulti oggi hanno bisogno della creatività e della positività dei giovani, i giovani necessitano però della mano tesa e affidabile degli adulti per muovere i propri passi in modo più sicuro; in altre parole, il protagonismo giovanile si affermerà solo con un dialogo intergenerazionale.
Così Papa Francesco nel suo Messaggio per la 55 giornata mondiale per la Pace:
“La crisi globale che stiamo vivendo ci indica nell’incontro e nel dialogo fra le generazioni la forza motrice di una politica sana, che non si accontenta di amministrare l’esistente «con rattoppi o soluzioni veloci», ma che si offre come forma eminente di amore per l’altro, nella ricerca di progetti condivisi e sostenibili”.
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