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Verso la Pentecoste


Carissimi, nelle scorse settimane abbiamo vissuto celebrazioni importanti per la via delle parrocchie che hanno coinvolto molti bambini con le loro famiglie: la prima Riconciliazione, la prima Comunione e la Cresima. Doni di grazia preziosi affidati certo alla buona volontà di questi bambini ma anche alla cura educativa testimoniante delle loro famiglie e dell’intera comunità.

Mi permetto di condividere uno spunto che ho raccolto al convegno diocesano del 6 maggio scorso all’Asteria dal titolo «Famiglia di famiglie: un incontro che profuma di noi. Costruire un progetto di vita tra forze e fragilità». Tra le molte cose belle ascoltate e viste in quella occasione, mi ha colpito quanto, in un inciso, ha detto don Roselli teologo torinese, a proposito della discesa dello Spirito Santo: come descrivono gli Atti degli Apostoli la lingua di fuoco che scende su ciascuno è visibile dagli altri e non dal singolo sul quale è discesa, perché nessuno riesce a vedere sopra la propria testa, se non con uno specchio, mentre tutti possiamo vedere sopra la testa degli altri.

Ho cercato immagini della Pentecoste nell’arte e ho notato che c’è chi guarda in su come meravigliato, c’è chi guarda in giù con umiltà quasi confessando di non esserne degno, c’è chi guarda altrove oltre la cerchia dei presenti a vedere come lo Spirito agisce nel mondo intero. È difficile trovare raffigurato chi guarda con espressione compiaciuta la fiammella di fuoco sulla testa del vicino.

Eppure è solo nel riconoscimento dell’altro, degli altri, della comunità, che io posso essere certo del dono ricevuto. E questo fa, edifica la Chiesa.

Carissimi non mi aspettavo domenica scorsa alle Cresime, di vedere con gli occhi 71 fiammelle posarsi sul capo dei ragazzi e delle ragazze di Gratosoglio ma ho chiesto nella preghiera di imparare a vedere con gli occhi della fede il DONO che Dio ha dato a ciascuno, pur dentro fragilità e difetti, per contribuire ad edificare la Chiesa perché annunci la salvezza al mondo intero.

Questo mi ricorda che di ognuno c’è bisogno (ce ne accorgiamo in questi tempi di scarsità di vocazioni di speciale consacrazione) e che tutti – anche oltre la cerchia dei presenti - hanno diritto di poter esprimere la peculiare caratteristica che è dono dello Spirito e di vederla riconosciuta e valorizzata.

Come deve essere bella una comunità cristiana dove si impara ad incontrarci così! Quanto conforto, quanta speranza e gioia offrirebbe a chi vi partecipa e a chi la incontra!

Sapere di essere COLMI del dono dello Spirito Santo, ci ha detto monsignor Marino Mosconi alle Cresime, ci aiuta anche ad affrontare i problemi e le novità che disorientano (sia in ambito famigliare, ecclesiale e sociale) in modo più fiducioso e costruttivo, come occasioni che purificano la fede e l’amore e ci danno occasione di rendere testimonianza che “Dio solo salva”.

“Dove c'è lo Spirito del Signore c'è libertà” (2 Cor 3,17): in questi giorni che ci preparano alla solennità della Pentecoste invochiamo con Maria il Signore perché lo Spirito Santo ci infonda la libertà di percorrere i nuovi cammini che ci invita ad iniziare.


don Alfredo

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