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Omelia della Solennità della Divina Maternità di Maria

Lascio briglia sciolta ai pensieri che mi ispira la Solennità della Divina Maternità di Maria e penso che non possiamo fermarci a celebrare soltanto l'istante di quel sì in cui, con un brivido, è stata inondata dalla Vita di Dio che l'ha resa Madre.


Si è sposi per un tratto breve o lungo della vita; Madre si resta per sempre anche quando il Cielo sembra ostinatamente chiuso e i giorni si fanno terribilmente pesanti e monotoni


Voglio allora celebrare in pienezza la sua maternità e immaginarla alle prese

con un bimbo che piange per la fame e a cui dover cambiare le fasce

con un bimbo da proteggere dall'invidia dei vicini e dall'odio dei potenti

con un ragazzino che impara sulla Parola di Dio a leggere e scrivere

con un adolescente che, pure lui, avrà alternato giorni di gioia e di festa a giorni tediosi e inerti

con un uomo che ha capito quale strada percorrere anche se questo, e una madre lo intuisce, gli avrebbe reso difficile la vita

e infine con un figlio che lascia per sempre casa perché ormai grande e capace di diventare lui casa per qualcun altro.


C'è pure chi educa, senza nascondere

l'assurdo ch'è nel mondo, aperto ad ogni

sviluppo ma cercando

d'essere franco all'altro come a sé,

sognando gli altri come ora non sono:

ciascuno cresce solo se sognato.

Questa l'ultima strofa di una poesia di Danilo Dolci


Ciascuno cresce solo se sognato...

Gesù seminava Speranza e accendeva passioni

- quando guariva i malati e predicava il Vangelo

quando spezzava il pane per i poveri perché non venissero meno lungo la strada e allo stesso tempo offriva loro un orizzonte di senso

quando schivava i potenti, demonizzava la ricchezza e derideva il successo e l'apparenza

quando annunciava dignità per gli oppressi

quando sceglieva sempre e comunque la strada della non violenza

quando si faceva poeta scanzonato della Provvidenza

quando faceva della presenza del Padre il segreto della sua gioia

quando ha fatto dono di sé occupando l'ultimo posto fra gli ultimi -

perché Maria non l'ha saziato solo di pane e di comfort ma lo ha nutrito di sogni e, più ancora, gli ha insegnato a sognare


Cara madre, sono il figlio che tu hai messo al mondo in quello stalla, quel bambino che qualche volta ti ha fatto arrabbiare perchè non ti ascoltava come quando mi cercaste tu e mio padre Giuseppe per tanti giorni ed infine mi trovaste al Tempio mentre vi ripetevo “Questo è il mio posto!”

So che per te è stato difficile lasciarmi andare perché più che di me non ti fidavi di questi lupi travestiti da agnelli e davvero ne ho incontrati tanti lungo la strada! So che ti manco ma apprezzo che tu mi abbia spinto a volare via dal nido per compiere ciò per cui sono nato.

Quando ti senti sola c’è sempre il Padre accanto a te, il tuo Signore.


Alla fine di questo Avvento in cui forse abbiamo sentito forte la tentazione di soffocare la Speranza nelle tenebre ci attende Maria, sorella e Madre nostra

Ci fermiamo da lei, le permettiamo di entrare nel nostro mondo e in un abbraccio di madre le chiediamo di risvegliare anche in noi la capacità di sognare e di mettere mano ad un mondo nuovo.

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