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Conoscersi per camminare insieme: l'intervento di don Alfredo

L'incontro che si è svolto nel tardo pomeriggio di domenica 18 settembre ha portato l'annuncio di cambiamenti importanti per le nostre parrocchie. Pubblichiamo quindi l'intervento introduttivo di don Alfredo, con la sua interpretazione.



In questi giorni prende l’avvio il nuovo anno pastorale e le parrocchie sono alle prese con l’avvio delle attività consuete, per noi in un contesto inedito dato dalla mancanza del prete totalmente dedicato agli oratori e alla pastorale giovanile (come è stato fino a don Giovanni) e dalla prospettiva della costituzione delle comunità pastorali.

Anche il cambio di alcuni preti del decanato va in questa direzione: don Walter Cazzaniga, che è stato per diversi anni anche decano, lascia la parrocchia di Santa Maria Annunciata in Chiesa Rossa per andare in missione fidei donum a Macapá sul Rio delle Amazzoni in Brasile; don Marcello Barlassina lascia la parrocchia Santa Maria delle Grazie al Naviglio e inizia il suo servizio di parroco a Canegrate.

Al posto di don Marcello non giunge un nuovo prete da fuori ma subentra don Antonio Costabile, che oltre a San Cipriano assume l’incarico al Naviglio e prepara la costituzione della comunità pastorale con le parrocchie di San Gottardo e Santa Maria di Caravaggio.

Al posto di don Walter non giunge un nuovo prete da fuori ma subentra don Davide Milanesi, già parroco di Sant’Antonio Maria Zaccaria, che così diventa responsabile della comunità pastorale con quella parrocchia più Santa Maria Annunciata in Chiesa Rossa, Santi Quattro Evangelisti e Santi Giacomo e Giovanni.

Ad accompagnare la pastorale giovanile in decanato solo due giovani preti: don Davide Brambilla (risiede alla Chiesa Rossa) e don Fabrizio Bazzoni (risiede a San Gottardo).


Per quanto ci riguarda arrivano a risiedere in San Barnaba don Davide Bertocchi [nella fotografia sopra è il quarto da sinistra, ndr] e ai Tre Ronchetti don Attilio Cantoni [nella fotografia è il primo da sinistra, ndr]. Don Davide inizia il servizio pastorale come referente in particolare di San Barnaba (iniziando a seguire le equipe degli educatori della pastorale giovanile) e collaboratore del servizio dell’apostolato biblico in diocesi. Don Attilio avvia la collaborazione in particolare con Maria Madre (e si accompagnerà alle iniziative della pastorale familiare) in vista della comunità pastorale che sarà guidata da don Paolo Steffano [secondo da sinistra, ndr], dallo scorso anno parroco dei Santi Pietro e Paolo ai Tre Ronchetti e residente al centro pastorale della nuova chiesa delle Terrazze (don Paolo prosegue l’attenzione ai servizi di carità delle nostre comunità).


Ho fatto l’elenco di questi cambiamenti non solo per informarvi ma soprattutto per provare ad offrire qualche considerazione con l’intento di aprire riflessioni e confronti ma anche preghiera e rinnovata o nuova assunzione di responsabilità.


Il primo dato che raccolgo è la mancanza per i prossimi anni di preti giovani dedicati a tempo pieno per gli oratori e la pastorale giovanile.

I miracoli sono sempre possibili ma, visti i numeri dei seminaristi attualmente in formazione, dobbiamo fare i conti con questa realtà che chiama in causa la comunità intera e non solo gli adulti e i giovani educatori ed animatori con i volontari che possono garantire i servizi di accoglienza, i percorsi educativi e la gestione degli spazi oratoriani.

Siamo credenti e quindi non possiamo fermarci alla considerazione “abbiamo un problema in più” (per cui scoraggiarci, lamentarci, maledire) ma abbiamo il dovere di leggere il messaggio, la chiamata che questo dato contiene a fronte di una emergenza educativa crescente.

In questa linea è da leggere la richiesta che abbiamo fatto a Fabio Stragiotto di mettersi a servizio degli oratori di San Barnaba (in particolare) e di Maria Madre della Chiesa in un compito di regia e coordinamento dei vari gruppi e delle varie attività educative che vi si svolgono. A Fabio abbiamo chiesto anche di curare l’aspetto amministrativo che lega la presenza degli educatori professionali e le altre iniziative del progetto Scholè.


In secondo luogo l’invito a costituire le comunità pastorali mette in evidenza che oggi una parrocchia non può essere in grado di far fronte da sola alle sfide della evangelizzazione attuali. C’è un proverbio che recita che l’unione fa la forza. Ma noi siamo Chiesa: la comunione è il segno da offrire.

Non si tratta infatti di dare solo un nuovo assetto organizzativo alle parrocchie della nostra zona, magari cedendo alla tentazione di rincorre logiche aziendali e di efficienza.

Mi piace pensare che la provocazione che la costituzione della comunità pastorale implica è l’invito a tornare all’essenziale in un tempo di cambiamenti: è illuminante l'Esortazione apostolica di papa Francesco Evangelii Gaudium, programmatica per il suo pontificato, dove fa riferimento all’immagine della Chiesa come ospedale da campo in un contesto di emergenza. Siamo chiamati ad offrire la lieta testimonianza della gioia del Vangelo condividendo la vita coi fratelli e le sorelle accanto a noi.


Buon cammino a tutti!

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