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Il canarino incantato, storie di ordinaria bellezza
Viviamo il quartiere come una miniera: stiamo sperimentando come al suo interno siano presenti grandi vene di metalli preziosi, pur essendo consapevoli che l’impatto iniziale può apparire spesso simile ad un terreno incolto o abbandonato e talvolta irraggiungibile. 
Sentiamo il fascino di intuire le infinite possibilità di bene: sappiamo infatti che il vento soffia e porta semi nei terreni più impensabili. Ci riconosciamo esploratori della ricchezza dormiente a livello relazionale presente negli abitanti del nostro quartiere. 
Nelle prime miniere di carbone non esistevano sistemi di ventilazione, quindi i minatori portavano con sè una gabbietta con un canarino.
I canarini sono molto sensibili al metano e monossido di carbone e in questo contesto erano perfetti per capire se c’erano delle fughe di gas.
Finché i minatori sentivano il canto dei canarini erano al sicuro, la miniera era abitabile, un po’ come la colomba di Noè che torna con il ramoscello di ulivo
Se il canarino smette di cantare è un chiaro avvertimento che mette in guardia contro potenziali pericoli, indica una situazione pericolosa, o l’aggravarsi di una situazione.
 
Non vogliamo aspettare il silenzio del canarino 

Questa rubrica è costruita da narrazioni di vita di quanto viviamo qui a Gratosoglio: ognuno può contribuire a raccontare tempi e luoghi di vita scrivendo a paolosteffano@gmail.com

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