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Lo stile del servizio



colui che è venuto non farsi servire ma per servire e dare la propria vita

È importante che questa pagina sia stata conservata nei Vangeli. Infatti i due apostoli i fratelli Giacomo e Giovanni non ci fanno una gran bella figura, anzi. Eppure il redattore del vangelo non ha censurato questo episodio che svela un lato meschino dei due apostoli, il loro desiderio di assicurarsi i primi posti, noi diremmo una posizione di potere nel futuro Regno che erano sicuri Gesù avrebbe realizzato. Mi sembra un segno dell'affidabilità degli scritti evangelici: non hanno omesso quanto certamente non tornava a favore dei discepoli del Signore. Anzi questa scena, con qualche variante, è ripetutamente registrata nei Vangeli. Matteo attribuisce questa richiesta dei primi posti non a Giacomo e Giovanni direttamente ma, per interposta persona, alla loro madre che, come ogni mamma, è preoccupata di garantire una buona sistemazione ai suoi figli. E, particolare non trascurabile, la richiesta di questi posti privilegiati è preceduta dall'annuncio da parte di Gesù della sua imminente passione. Anche il racconto di Marco che abbiamo appena ascoltato è preceduto dall'annuncio della imminente passione. Duro contrasto, reso ancor più urtante da Luca che colloca questa discussione sui primi posti nel contesto dell'ultima cena: Gesù ha appena dato nei modesti segni del pane e del vino se stesso, anticipando il dono della sua vita che si compirà sulla croce e subito dopo i discepoli discutono chi tra loro debba essere il primo, il più grande. Difficile immaginare più stridente contrasto tra la logica del dono di sé propria di Gesù e quella dei discepoli preoccupati di spartirsi i primi posti. Che tale discussione ritorni tre volte nei vangeli è segno che la spartizione del potere nel futuro Regno, doveva esser preoccupazione dominante nella cerchia dei dodici apostoli. Infine questa discussione attesta quanto le aspettative dei discepoli fossero lontane dalle intenzioni di Gesù: possiamo dire che fino alla fine, quando Gesù si separerà definitivamente da loro, i discepoli aspettano la realizzazione sulla terra di quel Regno nel quale essi avranno le poltrone più prestigiose. Si aspettano un potere che potranno spartirsi e infatti l'ultima domanda che rivolgono a Gesù è: "Signore è questo il tempo in cui ricostituirai il regno di Israele?" (At 1,6). Ma di questa pagina non dobbiamo solo sottolineare l'atteggiamento dei discepoli così lontano da quello di Gesù: ma soprattutto cogliere la fisionomia di Gesù che qui si presenta come "colui che è venuto non farsi servire ma per servire e dare la propria vita". Con questa parola Gesù non offre solo un grande messaggio morale ma più profondamente svela il senso della sua intera esistenza: in lui servire non è solo atteggiamento di umile disponibilità ma è radicale decisione di dare tutto se stesso per noi. Quanta retorica si fa a proposito del servizio: si dice che chi ha il potere, quello politico in particolare, è al servizio della gente, ma purtroppo quante volte vediamo che l'esercizio del potere è al servizio dei propri personali interessi. Non voglio alimentare il già troppo diffuso qualunquismo: ma l'evangelo di oggi impone a chiunque eserciti qualche forma di potere, nella chiesa come nella società, di farlo come servizio. Pia illusione?


Giuseppe Grampa





VIII DOPO PENTECOSTE Gdc 2, 6-17

1Ts 2, 1-2.4-12

Mc 10, 35-45

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