Te ne sei andato come hai vissuto: senza dare fastidio. Semplice e ordinato arrivavi alla sera, salutavi, recuperavi la tua borsa e il tuo letto e ti sdraiavi davanti al portone della nostra parrocchia e al mattino presto te ne andavi in silenzio lasciando tutto pulito e senza fare rumore. Eri diventato oramai il custode notturno della nostra comunità. Scherzando ti dicevo: abbiamo un angelo custode che veglia davanti alla porta tutte le notti
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BASILICA MAGGIORE
L’anno scorso, ricordo, una sera d’inverno mi ero ritirato in episcopio e vidi un uomo che veniva di giorno continuamente a suonare il campanello, a chiedere l’elemosina; quella sera era ubriaco fradicio. Dico: “Che cosa vuoi? A quest’ora cosa stai a fare qui?” “Dammi qualche cosa” “Dove vai a dormire?” “Sotto la barca” “Andiamo”. Pioveva; presi l’ombrello e andai sul porto dove ci sono delle barche capovolte. Sollevo una barca e lui dice: “Io qui dormo!”: c’erano dei cartoni, al posto del guanciale un ammasso di giornali, una bottiglia, una candela. Dormiva davvero sotto una barca!! Gennaro si chiama.
Lo condussi da me; veniva ogni sera, a volte brillo. Dopo 3-4 mesi, ancora non mi diceva i suoi dati precisi: come si chiamasse, di dove era. Poi seppi che era di Bari; il cognato e la sorella lo rintracciarono e lui comunque si era già rimesso a nuovo. Tornò a casa a Bari, mi invitarono anche a casa loro…Gennaro…sotto la barca…Sono passati tanti mesi e l’avevo perso di vista. Nel mese di giugno a Pentecoste è venuto il Cardinale Maier a nobilitare la chiesa della Madonna dei Martiri col titolo di Basilica. La notte di Pentecoste c’erano tantissimi giovani nella chiesa, abbiamo pregato oltre mezzanotte. Ad un certo momento un giovane ha chiesto al Cardinale: “Perché si chiama Basilica minore?” Il Cardinale ha risposto: “Perché Basiliche maggiori sono le chiese che stanno a Roma, le altre si chiamano Basiliche minori”.
Io poi ho rincarato la dose dicendo: “Questa si chiama Basilica minore perché la Basilica maggiore sei tu; Basilica significa casa del Re: tu sei casa del Re, non catapecchia di periferia, non spelonca da trivio. Tu con la tua persona, la tua vita, per quanto squallida sia, sei Basilica Maggiore”. Poi ce ne siamo andati. Sono passati dei giovani in macchina mi hanno dato un passaggio e siamo andati all’episcopio. Davanti al portone, a terra, disteso, c’era Gennaro, ubriaco. Quello che guidava ha detto: “Don Tonino, Basilica minore o maggiore?” Ho detto: “Basilica maggiore”.
Tonino Bello
Tratto dall’intervento “Condivisione e solidarietà, via alla pace”,
pronunciato a Castelplanio il 4 febbraio 1988
Questa è una storia di ordinaria bellezza
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