Vuoi… la gioia della Pasqua?
“Una domanda che è anche un invito: vuoi tu muovere i passi entrando con Gesù a Gerusalemme fino al calvario? Vuoi vedere dove finiscono i passi del tuo Dio, vuoi essere con lui là dove è lui? Solo così sarà tua la gioia di Pasqua.”
(MARTINI, Incontro al Signore risorto, San Paolo)

Lasciamoci raggiungere dalla domanda dell’amato cardinale Carlo Maria Martini ed entriamo nella Setti-mana Santa disarmati, disponibili a lasciarci condurre dal Maestro a una nuova esperienza di Dio. La novità è non è legata a chissà quale nuova rivelazione o manifestazione del divino, ma al punto di partenza di ciascuno di noi, che in buona parte è determinato dalle conseguenze della pandemia che stiamo ancora vivendo.
Nella riflessione che ci ha proposto il teologo Natale Benazzi (visibile sui nostri social) Abramo ci è stato presentato come un perdente, un uomo sempre chiamato a perdere qualcosa: la propria terra, la casa, i famigliari, le comodità… tutti i riferimenti che avevano dato stabilità alla sua vita fino a 75 anni. Ha perso tutto questo per camminare contando sulla promessa di Dio. Così ha iniziato un cammino, quello della fede, che è passato per molti tornanti di spogliazione fino alla prova cruciale del sacrificio di Isacco e della morte della moglie Sara.
Anche Gesù è un perdente. “La perdita è la sua caratteristica”, afferma Benazzi, come dice s.Paolo nella lettera ai Filippesi: “spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce” (Fil 2).
Anche noi, in questo senso, siamo degli uomini e delle donne perdenti, cioè disponibili a lasciarci spogliare da Dio nelle situazioni e prove della vita per essere condotti all’essenziale. E l’essenziale è Dio e il suo amore di Padre per tutta l’umanità.
E’ questo il dono, la grazia che la Pasqua di Gesù ci porge ancora una volta: la possibilità di scommettere sull’affidabilità di Dio sempre, fino alla prova suprema.
E ci dona anche di guardare ai “vuoti”, lasciati da ciò che la vita via via crea attorno a noi, in modo diverso. Sono occasioni e non solo o anzitutto circostanze avverse. Occasioni per una purificazione e una crescita nella fede, nella speranza e nella carità.
Nel vangelo della risurrezione di Lazzaro, l’apostolo Tommaso dice agli altri discepoli “andiamo anche noi a morire con lui”. Alla luce della riflessione che qui ho cercato di tracciare comprendo che posso raccogliere il suo invito per me ma anche per noi tutti: decidiamo davanti al Crocifisso e davanti alla tomba vuota di seguire fino in fondo il cammino del Maestro!
La gioia della Pasqua ci sarà donata e sarà balsamo, fuoco e Spirito: curerà le ferite, riaccenderà l’amore, infonderà il coraggio di nuove strade. Perché la fedeltà del Padre è la nostra forza.
Buona Pasqua!
Don Alfredo