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Ti è già dato.


Non possiamo cedere alla tentazione di essere degli eterni scontenti!

Spesso, quando ci chiedono come stiamo, facciamo fatica a pensare che vada "tutto bene", cosa che invece diciamo per evitare di andare a fondo o per sganciarci in fretta dal nostro interlocutore!

In noi rimugina come la risacca del mare la convinzione che: se non ci fosse quel problema, se non fossimo in quella situazione, se non avessimo fatto quella scelta, se non ci mettessero condizioni, se avessimo più denaro a disposizione... allora andrebbe tutto bene davvero!

Oggi vorrei permettermi di dire che invece i nostri piccoli o grandi problemi sono solo la superficie. Non mi permetto di minimizzare il dolore di nessuno, il mio compreso. Ma vorrei che sentissimo dentro di noi l'eco di una benedizione che mormora al nostro cuore che va tutto bene, e lo esprimo all'indicativo presente! Che quando ci diciamo "buongiorno" non stiamo esprimendo un auspicio ma una certezza: oggi è un giorno buono! E tutto questo perché c'è la Grazia all'opera in noi; c'è la mano di Dio che ci sostiene; c'è la presenza del Figlio che si rivela Volto della Tenerezza del Padre.

La pagina di Paolo di oggi mi porta a pensare tutto questo. E' l'inizio della sua lettera agli Efesini in cui condivide con quella comunità un grido di gioia per quanto Dio ha compiuto in lui e in ognuno di loro. Del resto non è la sola lettera a iniziare con questi toni: anche in quelle che riveleranno un contenuto più duro di questa - in fondo agli efesini non ha un granché da rimproverare - come quella ai Galati o come le due ai Corinti, Paolo inizia, e non come captatio benevolentiae, con un'azione di grazie a Dio per la sua opera nei fratelli che ha incontrato sul suo cammino.

Perché sa bene che il livello spirituale, quello della Grazia appunto, quello dello Spirito che lavora nell'uomo, precede sempre per importanza il livello morale; in altre parole, puoi aver sbagliato anche tutto nella vita o la vita può averti riservato le cose peggiori, ma nessuno potrà mai strapparti dall'amore di un Dio che ti ha reso "lode della sua Gloria", motivo della sua felicità. Sì, Dio è felice di noi sue creature, la sua Gloria, come dirà poi Sant'Ireneo, è "l'uomo vivente". E in Gesù ci ha reso suoi figli: sappiamo bene allora chi siamo e il perché del bene che siamo chiamati a compiere a difesa della dignità di ogni uomo.

Ti è già dato.

La pagina del Vangelo dell'acqua trasformata in vino alle nozze di Cana rivela ancora di più quanto ho già espresso. E lo fa con tutta la ricchezza dei simboli e del linguaggio del quarto Vangelo.

Non è più il tempo dello sgomento ma si inaugura un tempo di novità che troverà il suo culmine nell'ora della Pasqua e in cui abitiamo anche noi. Ti è dato il Vino squisito della festa. Non è più il tempo di una religiosità fatta di prescrizioni e di purificazioni ma è la stagione della fede che supera la religione e che ti fa sentire custodito.


Don Giovanni

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