Parafrasi di un incontro

Due mondi incompatibili, inavvicinabili:
uno è un profeta, profumato di utopie e di carezze spese sui diseredati di questo mondo,
annuncio fatto carne di un Dio non più temibile ma così prossimo da essere chiamato Padre;
passi che si attardano nei crepacci più nascosti dove l'uomo può cadere;
l'altro è forza, obbedienza, controllo e, se occorre, violenza,
deve fare paura, i suoi sono passi che risuonano a ritmo di marcia,
osceni come sono tutti quelli di chi va in guerra
Uno è riscatto;
l'altro è oppressione.
Uno è amore, puro;
l'altro è morte. Salvezza e dannazione: nulla di mai più distante.
Eppure su quella strada di Cafarnao,
in quella terra di Galilea, periferia d'Israele
dove si incrociano spesso l'ebreo e il pagano,
il ricco e il mendicante
l'uomo di affari e l'artigiano
assistiamo al più improbabile degli incontri: Gesù e il Centurione.
Che qualcosa di diverso questo centurione lo avesse lo avevano notato tutti sulle rive del lago di Galilea:
amava il suo servo!
Cosa aliena a un soldato,
cosa assurda per quel tempo in cui la vita di uno schiavo veniva mercanteggiata come un oggetto.
Diverso e per questo unico!
E non solo: pur non sapendo nulla di quella religione di quella terra lontana da casa,
sente che nel profeta cresciuto alla porta accanto c'è una scintilla di vita che potrebbe risolvere e capovolgere la situazione.
Unico e per questo diverso!
Gesù non solo si lascia incontrare, ma si lascia anche incantare: dirà quella parola che darà di nuovo la vita al servo malato e ammira a tal punto quest'uomo pagano da additarlo modello di fede per una generazione intera di ebrei.
E come se non bastasse ancora oggi il centurione presta la sua geniale preghiera ai cristiani che si devono accostare alla comunione e sanno che dovranno accogliere nella propria casa Gesù che passa nella Pasqua settimanale.
Questa domenica assistiamo a una doppia epifania: quella di Dio e quella dell'uomo che lo ricerca.
Dio è salvezza che travalica ogni distanza, che colma ogni dannazione, che pianifica incroci e raccoglie chi è ai margini.
E l'uomo si ritrova figlio amato, dignità infinita, libertà di amare
O, al contrario,
l'uomo si rivela con il suo desiderio di vita e la invoca con fede
e Dio si fa tutto stupore per la bellezza della sua creatura da renderla sua gloria.
Don Giovanni