L'Assoluto che è Dio
Aggiornamento: 14 mar 2021

È proprio vero che l'ossimoro, un termine e il suo contrario, resta il modo migliore per descrivere l'Assoluto che è Dio:
Prossimo eppure Lontano e Altro
Infinito ed infinitamente piccolo
Eterno eppure gettato nella Storia
Rivelato eppure sempre 'Deus absconditus', Dio nascosto.
Stiamo celebrando un tempo liturgico in cui facciamo professione di fede nel Dio che si manifesta e oggi, festa della santa Famiglia di Nazareth, addirittura la memoria si fa grata per il Dio che mette i suoi paletti, si radica nella storia, come ogni uomo, a partire da una Famiglia; eppure il Vangelo, che in parte fa eco alla lettura di Isaia e al passaggio in cui si afferma "tu sei un Dio misterioso Dio d'Israele" ci presenta un Gesù che si nasconde, si rende introvabile, addirittura agli occhi dei suoi genitori.
Lo cercano e non si fa trovare.
Non è sulla strada già battuta da Gerusalemme a Nazareth, non è nella carovana, nel resto del gregge, non è fra i conoscenti: è altrove.
Solo dopo tre giorni lo ritrovano nel Tempio pieno di Sapienza, capace di suscitare stupore fra gli Scribi del Tempio, preludio dello scandalo che saprà suscitare nelle gerarchie religiose e nell'establishment politico e culturale del suo popolo. Immerso nelle cose del Padre suo. È uno scatto in avanti, incontenibile, irriducibile nei nostri recinti mentali e nelle strettoie del già noto.
Lo cercano su una strada sbagliata e lui si nasconde
Dio si rivela sempre ma lo incontri solo se sei aperto alla sorpresa e non sclerotizzatto nel già noto, la sua verità è sempre sporgente rispetto al senso comune.
Il pensiero oggi va a tutte le famiglie in cui si è riaccesa la fede e hanno riscoperto la presenza di Dio proprio dietro l'angolo di un fallimento o di un momento drammatico.
Don Giovanni