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Conoscersi per camminare insieme: la cronaca dell’incontro


Nell’incontro Conoscersi per camminare insieme, svolto nel tardo pomeriggio di domenica 18 settembre nel salone dell’oratorio-centro parrocchiale di San Barnaba, la parola che è risuonata più spesso è stata “cambiamento”. Non solo per il racconto degli arrivi e delle partenze dei sacerdoti nelle nostre parrocchie e, più in senso largo, nel Decanato, presentato da don Alfredo, ma per suggerire, a chi abita il nostro territorio, uno sguardo diverso su quanto sta accadendo.

Come ha evidenziato il brano biblico posto all’attenzione dei presenti, tratto dai primi quattro versetti del quindicesimo capitolo degli Atti degli Apostoli, la dinamica tra irrigidimento e cambiamento è antica quanto la Chiesa. Mentre alcuni sostenevano che, per essere cristiani, bisognasse passare obbligatoriamente per la circoncisione, gli apostoli Paolo e Barnaba portavano invece avanti la novità del Vangelo.

Non diversamente, ha affermato don Paolo Steffano, dovremo comportarci nell’anno che ci sta di fronte, concentrandoci su due aspetti, gli stessi che lui e i confratelli appena arrivati stanno già cercando di vivere: conoscere le persone e i luoghi, per capire ciò che è bene che resti e ciò che deve cambiare, tenendo ferma la specificità di ogni singola comunità.

Prima ancora, don Davide Bertocchi ha ricordato che la comunione non è qualcosa da costruire, ma qualcosa che c’è già: bisogna solo viverla. Don Attilio Cantoni, che ha da poco concluso il suo trasloco, ha commentato che un’operazione di quel genere è come una rivoluzione: comporta conoscere il modo nuovo in cui vivono le persone della nuova destinazione. Quindi, anche la situazione che stiamo vivendo ora s’inserisce nel cambiamento d’epoca più volte segnalato da papa Francesco: il Signore, che è il Dio della Resurrezione, sa trarre il bene anche da situazioni complicate.

Don Paolo ha sottolineato che la scelta dei sacerdoti delle nostre parrocchie di presentarsi così direttamente non costituiva un atto clericale: rappresentava, invece, il loro desiderio di esporsi, anche per via delle grandi responsabilità che ciascuno di essi ha ricevuto. Detto questo, la gente deve diventare il cuore delle comunità e mantenere viva l’esperienza di fede di questo territorio.

Proprio dai partecipanti all’incontro sono arrivate reazioni di vario segno. C’era il parrocchiano ancora legato alla memoria dei parroci conosciuti durante la sua lunga vita, la signora che si sente già proiettata verso la comunione sottolineata dai sacerdoti, ma anche l’anziana dalla mentalità collaborativa, comunque grata per il passato e per il bene ricevuto.

Le loro sollecitazioni, insieme a quanto emergerà dai prossimi incontri, più o meno quotidiani, saranno riprese e accolte nell’incontro del prossimo 6 novembre, alle 15.30, sempre nel salone di San Barnaba.

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