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A Natale il cielo è sceso sulla terra


Nei giorni scorsi la pioggia ha dato vita a molte pozzanghere.

Sono dispettose le pozzanghere: se una macchina le attraversa a tutta velocità ne sollevano l’acqua e schizzano ogni cosa si trovi attorno.

Sono pericolose le pozzanghere: quando l’acqua è fangosa non vedi quanto sono profonde e ci puoi cadere.

Però…

sono meravigliose le pozzanghere: chi da bambino non ci ha giocato?

E sono magiche le pozzanghere: insieme specchio e finestra.

Come lo specchio riflettono la nostra immagine di creature impastate di fango che svaniscono ai raggi del sole (salmo 8 “cos’è l’uomo Signore?”)

ma anche aperte come una finestra alla luce, al colore e al calore che viene dal cielo (salmo 8 “eppure l’hai fatto poco meno degli angeli”).


a Natale il cielo è sceso sulla terra

per riaprirci la strada al cielo


«Nascendo a Betlemme duemila anni fa, l’Onnipotente si è fatto Bambino. Ha scelto di venire al mondo nella precarietà, lontano dai riflettori, dalle seduzioni del potere, dai fasti dell’apparenza. La rivoluzione della tenerezza del Dio che “ha rovesciato i potenti dai troni e ha innalzato gli umili” (Lc 1,52) continua ad interpellarci: per incontrarlo bisogna chinarsi, abbassarsi, farsi piccoli. La pace, la gioia, il senso della vita si incontrano lasciandoci stupire da quel Dio Bambino che ha accettato di soffrire e di morire per amore. La pace, la giustizia si costruiscono giorno per giorno, riconoscendo l’insopprimibile dignità di ogni vita umana, a partire dalla più piccola e più indifesa, riconoscendo ogni essere umano come nostro fratello». (Papa Francesco, Lettera al quotidiano La Stampa per i 150 anni di fondazione, 9 febbraio 2017)

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