È iniziato l’Avvento: Vieni! Dona pace

Carissimi,
l’invocazione con la quale termina il libro dell’Apocalisse al capitolo 22, versetto 20 («Lo Spirito e la sposa dicono: “Vieni!”») è preceduta dalla promessa: «Sì, verrò presto! Amen».
La sposa è la comunità cristiana, popolo che condivide con tutti gli uomini le fatiche e i dolori della vita ma è il popolo vivificato dalla fede in Gesù che si rinnova e matura nell’ascolto della Parola, nella celebrazione dei Sacramenti, nell’esercizio della carità, dove soffia lo Spirito che sostiene e rende coerente l’invocazione “Vieni!”.
Nell’Avvento che inizia invochiamo insieme, come “un cuore solo”: VIENI! DONA PACE.
Ricordiamo le parole di Gesù: «Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la da il mondo, io la do a voi» (Gv 14, 27( e chiediamo di capire per quali vie anche noi possiamo accogliere e donare il suo dono.
Di seguito riportiamo la riflessione proposta al gruppo della terza età da don Camillo.
INTRODUZIONE DI AVVENTO
L’Avvento è il tempo liturgico che precede e prepara il Natale: nei riti cristiani occidentali segna l’inizio del nuovo anno liturgico che vogliamo iniziare invocando la venuta del Signore: «Vieni Signore Gesù». Vieni ad aiutarci ad alzare il nostro sguardo e ad aprire il nostro cuore perché possiamo accoglierti e impariamo nella vita di ogni giorno a dire così il nostro AMEN.
La parola Avvento deriva dal latino adventus e significa “venuta” anche se, nell’accezione più diffusa, viene indicato come “attesa”.
Nel Rito Ambrosiano è previsto il colore morello, tranne che nell’ultima domenica (detta “dell’Incarnazione”) nella quale si usa il bianco.
Nel Rito Ambrosiano l’Avvento dura sei settimane:
Domenica della venuta del Signore
Domenica dei figli del Regno
Domenica delle profezie adempiute
Domenica dell’ingresso del Messia
Domenica del Precursore (il Battista)
Infine la Domenica dell’Incarnazione.
QUAL È IL SUO SIGNIFICATO TEOLOGICO?
La teologia dell’Avvento ruota attorno a due prospettive principali. Da una parte con il termine adventus (venuta, arrivo) si è inteso indicare l’anniversario della prima venuta del Signore; d’altra parte designa la seconda venuta alla fine dei tempi.
Il Tempo di Avvento ha quindi una doppia caratteristica: è tempo di preparazione alla solennità del Natale, in cui si ricorda la prima venuta del Figlio di Dio fra gli uomini, e contemporaneamente è il tempo in cui, attraverso tale ricordo, lo spirito viene guidato all’attesa della seconda venuta del Cristo alla fine dei tempi.
L’Avvento è il tempo favorevole per svegliarci dal sonno dell’indifferenza. In questo tempo siamo chiamati a uscire da un modo di vivere rassegnato e abitudinario, alimentando speranze e sogni per un futuro nuovo.

L’Avvento ci invita a un impegno di vigilanza guardando fuori da noi stessi, allargando la mente e il cuore per aprirci alle necessità della gente, dei fratelli, al desiderio di tanti popoli martoriati dalla fame, dall’ingiustizia e dalla guerra; è il desiderio dei poveri, dei deboli, degli abbandonati.
Questo tempo di attesa è opportuno per aprire il nostro cuore, per farci domande concrete su come e per chi spendiamo la nostra vita. È importante vivere bene questo tempo di attesa del Signore per riaprirci alla speranza, ricordandoci che Dio è sempre presente e conduce la storia, è sempre con noi, non ci abbandona mai e continua a camminare al nostro fianco, anche nei momenti di fatica.
ATTESA VIGILANTE Nelle celebrazioni pronunciamo parole che dicono che stiamo aspettando il Signore: “Annunciamo la tua morte Signore, proclamiamo la tua resurrezione NELL’ATTESA DELLA TUA VENUTA”. O anche dopo il Padre nostro: “NELL’ATTESA CHE SI COMPIA LA BEATA SPERANZA E VENGA IL NOSTRO SALVATORE GESÙ CRISTO”. Si dice attesa e la gioia dovrebbe balenare nei nostri occhi e la speranza ci dovrebbe scaldare il cuore. Quindi, dobbiamo imparare a essere più attenti e intelligenti stando davanti alla storia. In Avvento il tema dell’attesa si intreccia con quello della VIGILANZA.
ESERCIZI DI ATTESA L’Avvento ci viene regalato come tempo nel quale mettere in atto esercizi di attesa. Esercizi di attesa di Lui, il nostro Dio, ma che sono a un tempo, esercizi di umanità (cfr. Mt 25 “l’avete fatto a me”).
A volte basterebbe guardarsi intorno e ascoltare semplicemente gli appesantimenti nelle nostre case, fatiche, paura tra gli anziani, smarrimento e svago sballato tra i giovani e stanchezze... anche nelle chiese. Quindi, esercizio di attesa è ripartire da quello che sei, così carico di fallimenti e fatiche per riscoprire, a partire da te e da chi sta intorno a te, sussulti di SPERANZA, sprazzi di gioia che già dicono del Suo arrivare.
APRIRE OCCHI E CUORE Non avere paura di aprire gli occhi, come scrive Isaia: “Alzate al cielo i vostri occhi e guardate la terra sotto”. Mi sembra utile richiamare l’importanza di spazi di riflessione contemplativa, non per diminuire l’impegno, ma per renderlo più cosciente e attento.
Il costruttore della parabola evangelica (Lc 14,28) che prima di iniziare la costruzione della torre si siede e fa i suoi conti, non perde tempo, ma ne guadagna. Il lavoro procederà così più spedito e lieto. L’ansia della vita non è la legge suprema, non è una condanna inevitabile. Essa è vinta da un senso più profondo dell’essere dell’uomo, da un ritorno alle radici dell’esistenza. Quindi, non costruire sulla sabbia dei compromessi, della corruzione, del denaro, degli interessi, dell’egoismo, dell’ingiustizia nei confronti dei poveri. Questa è tutta sabbia!! Ma costruire sulla roccia che è DIO, su quella sua parola che non passa, confidando in Gesù, nell’attesa della sua venuta. Vieni Signore Gesù nella nostra vita perché ti stiamo aspettando con grande speranza e vigilanza. Vieni Gesù.
O Dio misericordioso, fonte di ogni bontà,
aiutaci a preparare con impegno la via al
Redentore e donaci di vivere con gioia la tua
salvezza. Attraverso il dono spirituale
dell’intelletto colgo i segni della presenza del
Risorto nel mio quotidiano. Sull’esempio di
Maria chiediamo di poter essere uomini e
donne del “Sì” nella vita di ogni giorno, a
servizio dei fratelli e sorelle che hanno stabilito
con te l’alleanza.
PROPOSTA DI CONDIVISIONE CON ALTRI
Dopo avere ascoltato questa introduzione all’Avvento, chiediamoci e diciamoci tra noi: Qual è la mia attesa, che cosa devo attendere, secondo me, per la mia vita, la mia famiglia. La mia comunità che cosa attende?
Secondo me che cosa significa stare attenti e intelligenti?
Che cosa mi ha colpito di più tra le parole significative dell’Avvento? VIGILANZA – SPERANZA – ALZARE GLI OCCHI – APRIRE IL CUORE...
CHE COSA CHIEDI AL SIGNORE IN QUESTO AVVENTO?
Preghiera in attesa del Natale
Signore Gesù, amico e fratello, accompagna i giorni dell'uomo perché ogni epoca del mondo, ogni stagione della vita intraveda qualche segno del tuo regno che invochiamo in umile preghiera, e giustizia e pace s'abbraccino a consolare coloro che sospirano il tuo giorno. Ogni età della vita degli uomini può celebrare la vita perché tu sei la Vita. Tu sai che l'attesa logora, che la tristezza abbatte, che la solitudine fa paura: Tu sai che abbiamo bisogno di te per tenere accesa la nostra piccola luce e propagare il fuoco che tu sei venuto a portare sulla terra. Riempi di grazie il tempo che ci doni di vivere per te! Signore Gesù, giudice ultimo del cielo e della terra, vieni! La nostra vita sia come una casa preparata per l'ospite atteso, le nostre opere siano come i doni da condividere perché la festa sia lieta, le nostre lacrime siano come l'invito a fare presto. Noi esultiamo nel giorno della tua nascita, noi sospiriamo il tuo ritorno: vieni, Signore Gesù!
Carlo Maria Martini